
l nome ricorda l'antica origine della città che la tradizione
vuole fondata da un mitico "Brenno", condottiero dei Galli.
Prima colonia romana sull'Adriatico, Senigallia conosce momenti
di grande fortuna e di profonda decadenza.
La sua rinascita certa è databile alla metà del XV secolo,
quando Sigismondo Pandolfo Malatesti la fortifica e ripopola il
suo territorio. Dopo la sua sconfitta ad opera di Federico da Montefeltro,
la città viene data in vicariato ad Antonio Piccolomini dal papa
Pio II e, in seguito ad alterne vicende, concessa da Sisto IV a
suo nipote, Giovanni Della Rovere, destinato a sposare Giovanna,
figlia di Federico da Montefeltro al quale il pontefice ha conferito,
in quello stesso anno, il titolo di duca Giovanni, l'anno dopo,
è anche nominato Prefetto di Roma e riceve in eredità dal cugino
Leonardo il Ducato di Sora.
I ventisette anni del governo dei Della Rovere, che muore
il 6 novembre 1501, segnano un periodo particolare nella storia
di Senigallia: l'unico in cui la città è capitale di uno Stato che
il "principe nuovo" crea nelle sue strutture fondamentali, dotandola
di Statuti e di Catasti e ripensando l'assetto urbanistico, non
solo con una più funzionale cinta muraria e con una più potente
rocca, fulcro delle difese a mare, ma anche con lavori di bonifica
della zona paludosa delle Saline, di arginatura del fiume Misa,
con spazi verdi e "mattonando e saligando tutte le strade".

Giovanni ha a sua disposizione gli architetti di Federico
da Montefeltro: Gentile Veterani progetta il rivellino; Luciano
Laurana struttura il corpo centrale della Rocca nel quale ricava
appartamenti che accolgano la corte in caso di emergenza ed effettua
anche il collegamento con la piazza antistante; Baccio Pontelli
realizza i quattro massicci torrioni che inglobano la parte residenziale.
Signore di una piccola corte, segnata dall'austerità dei costumi
e da una profonda religiosità, fa progettare da Baccio Pontelli
per Senigallia il Convento e la Chiesa di Santa Maria delle Grazie.
Egli non vedrà la fine dei lavori della complessa struttura, iniziata
nel 1491, certamente destinata ad essere la tomba di famiglia e,
forse, edificata per sciogliere il voto fatto alla Madonna e a San
Francesco per ottenere la grazia di un figlio maschio. Francesco
Maria nasce nel 1490 e, per l'estinzione della casata dei Montefeltro,
diventa duca di Urbino nel 1508, primo della dinastia roveresca
destinata a durare fino al 1631.
Città ricca continua la sua espansione dotandosi, nel XVI
e nel XVII secolo, di altri monumenti tra i quali: il Palazzo comunale,
il Palazzo del Duca, la Chiesa della Croce, ove è conservata la
Deposizione di Federico Barocci, mentre dello stesso periodo è la
bellissima Visita a Sant'Anna del Guercino, conservata nella Chiesa
di San Martino. In età pontificia si trasforma da città-stato a
città-mercato, anche nelle strutture architettoniche: i Portici
sul lungofiume sostituiscono le potenti mura volute da Guidobaldo
II a metà del XVI secolo. Quattordici consolati esteri proteggono
gli interessi dei mercanti che accorrono nei giorni della celebre
Fiera franca della Maddalena, mentre nel XIX secolo essere patria
del papa Pio IX consente alla città di Senigallia di vivere ancora
da protagonista nella storia.
Nei primi decenni del '900 si afferma l'immagine di Senigallia
come sede privilegiata del nascente turismo balneare. Un monumento
celebrò in modo splendido questa vocazione della città, la Rotonda
a Mare inaugurata nel 1933.